Credo di
essere uscito di casa verso le otto e mezzo per andare al lavoro. Poi mi sono
seduto alla scrivania ed ho acceso il computer. Mi aspettavano mille mail e
relazioni da evadere. Scrissi a lungo e poi spensi tutto per andare a pranzo.
Il giorno
prima d’incontrarti.
Poi ripresi
a fare quello che dovevo, come al solito. Alle sei mi alzai e chiusi tutte le
cartelle aperte. Lo schermo del pc svanì nascondendo i problemi lasciati per il
giorno dopo e mi infilai il giaccone per tornare a casa.
Il giorno
prima d’incontrarti.
Una rapida
cena, due uova o qualcosa di simile. Il vino versato nel bicchiere che sembrava
valere sempre meno di quello che l’avevo pagato, in compagnia di quel crampo
allo stomaco che non passava neanche con una falsa promessa di tranquillità.
Il giorno
prima d’incontrarti.
Un po’ di
televisione e la lettura svogliata di un libro comprato mesi prima che non
aveva il potere di distrarmi. A letto, sapendo di dover combattere l’ultima
battaglia del giorno contro il sonno che non voleva portarmi via con sé.
Il giorno
prima d’incontrarti.
E quindi: la
notte. I demoni e le care presenze di tanti anni prima, follie di colori
mischiati in un magma sul quale galleggiavo come una barca in balia di frustrazioni
mal digerite e di venti di speranza che non sapevo governare.
Il giorno
prima d’incontrarti.
Poi tutto
questo è tornato ed io ho ripreso in mano la mia vita seduto alla stessa
scrivania. Il vino non sa di niente come al solito ed il sonno è sempre il
nemico della sera. Ai sogni si aggiungono i ricordi ed un sordo dolore mi
strappa una lacrima quando meno me l’aspetto.
Il giorno
dopo averti perduto.
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