domenica 30 luglio 2017

Ali per volare

Lei non voleva la favola, voleva la follia. Un bar downtown con troppo fumo e la musica che rimbombava nelle orecchie. Non era un posto per signore, ma lei non si sentiva una signora, specialmente in quel momento. Si era elegantemente tolta un bell’anello dall’anulare e l’aveva ridato ad un ragazzo che aveva tutto per renderla felice. Almeno così diceva sua madre andando perfettamente in sintonia con la parte razionale del cervello della ragazza.  In quel momento doveva vincere sul ragionamento e sapeva di poter contare su un unico alleato che in poche sorsate avrebbe l’avrebbe rimessa in sintonia con il suo io profondo. Le promesse erano le solite: casa, bambini, sicurezza economica. E tanta rassegnazione. Ma non faceva per lei, almeno fino a quando si fosse sentita in grado di governare la sua vita e le fosse rimasta la speranza di far spuntare quelle ali che sentiva di avere sottopelle dietro la schiena.

Un tizio, anzi decisamente un amico, che forse aveva incontrato in quello stesso locale, gli aveva diagnosticato con precisione il suo male. Era una patologia senza virus o batteri, ma non per questo meno invalidante. Quel tipo, che non ricordava esattamente chi fosse, dopo una breve conversazione, aveva buttato lì una sentenza che, chissà se per intuizione o casualità, aveva centrato quello che lui sentiva ma non aveva mai ammesso neanche con se stesso.
-Sei condizionato dai legami che ti sei stretto intorno da solo. - Gli aveva detto. – Le responsabilità del lavoro, ma soprattutto il carico degli affetti, ti frenano. Rifletti: quanto tempo ti resta ancora per seguire i tuoi sogni?
-Non si può avere tutto. – Aveva risposto. – E io sono contento di rinunciare a una parte di vita immaginaria per quello che ho. Mi sento fortunato nel sentirmi importante per qualcuno e le fantasticherie di libertà le lascio alle ore notturne ed al fondo dei bicchieri. – Ma forse quelle parole erano solo un alibi per la sua mancanza di coraggio.

I due si guardarono da una parte all’altra del bancone del bar.   




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