Lei non
voleva la favola, voleva la follia. Un bar downtown con troppo fumo e la musica
che rimbombava nelle orecchie. Non era un posto per signore, ma lei non si
sentiva una signora, specialmente in quel momento. Si era elegantemente tolta
un bell’anello dall’anulare e l’aveva ridato ad un ragazzo che aveva tutto per
renderla felice. Almeno così diceva sua madre andando perfettamente in sintonia
con la parte razionale del cervello della ragazza. In quel momento doveva vincere sul
ragionamento e sapeva di poter contare su un unico alleato che in poche sorsate
avrebbe l’avrebbe rimessa in sintonia con il suo io profondo. Le promesse erano
le solite: casa, bambini, sicurezza economica. E tanta rassegnazione. Ma non
faceva per lei, almeno fino a quando si fosse sentita in grado di governare la
sua vita e le fosse rimasta la speranza di far spuntare quelle ali che sentiva
di avere sottopelle dietro la schiena.
Un tizio,
anzi decisamente un amico, che forse aveva incontrato in quello stesso locale,
gli aveva diagnosticato con precisione il suo male. Era una patologia senza
virus o batteri, ma non per questo meno invalidante. Quel tipo, che non
ricordava esattamente chi fosse, dopo una breve conversazione, aveva buttato lì
una sentenza che, chissà se per intuizione o casualità, aveva centrato quello
che lui sentiva ma non aveva mai ammesso neanche con se stesso.
-Sei
condizionato dai legami che ti sei stretto intorno da solo. - Gli aveva detto. –
Le responsabilità del lavoro, ma soprattutto il carico degli affetti, ti frenano.
Rifletti: quanto tempo ti resta ancora per seguire i tuoi sogni?
-Non si può
avere tutto. – Aveva risposto. – E io sono contento di rinunciare a una parte
di vita immaginaria per quello che ho. Mi sento fortunato nel sentirmi
importante per qualcuno e le fantasticherie di libertà le lascio alle ore
notturne ed al fondo dei bicchieri. – Ma forse quelle parole erano solo un
alibi per la sua mancanza di coraggio.
I due si
guardarono da una parte all’altra del bancone del bar.
Nessun commento:
Posta un commento