domenica 26 febbraio 2017

Una canzone per te



I locali nei quali si esibiva ed il successo dei suoi brani su I Tunes gli avevano confermato quello che già da tempo sapeva: era bravo. Quando sul palco imbracciava la chitarra e, con la sua tipica voce roca dalla erre arrotata, cantava una canzone d’amore, vedeva chiaramente le ragazzine della prima fila della platea, con la bocca aperta e l’aria sognante, pendere dalle sue labbra. Poi, sui brani di protesta, infiammava l’entusiasmo di tutti i giovani, d’ambo i sessi, che ripetevano con lui i ritornelli, battendo le mani ed agitando i pugni chiusi, per finire con urla e scroscianti applausi. Non si era ancora cimentato con il rock ballabile perché non lo sentiva nelle sue corde, ma ne era stato tentato più volte, giusto per vedere se sarebbe stato capace di trasmettere anche quello stimolo e di come avrebbe potuto muovere i suoi ascoltatori dal pianto alla rabbia fino allo sfrenato divertimento. Sarebbe esagerato dire che pensava di essere un piccolo semidio capace di toccare le corde dell’anima, ma certamente poteva ritenersi un buon artigiano che, con la musica e le parole, sapeva descrivere, evocare e perfino suscitare in tante persone passione e sogni. Qualcuno lo chiamava “artista” e gli adulatori “maestro”, ma la sua modestia gli impediva di accettare tali appellativi, anche se la capacità di trasmettere emozioni li avrebbe potuti giustificare entrambi. Il successo aveva portato soddisfazioni, soldi e, soprattutto, donne. In un primo momento, quando una ragazza si buttava tra le sue braccia, si chiedeva se la preda fosse stata irretita dal fascino del cantante o da quello dell’uomo, e ci andava con i piedi di piombo. Col tempo aveva accettato di essere un tutt’uno tra sé stesso ed il suo personaggio e quindi accettava ogni conquista senza tante domande. Finché successe “l’infognata”. Lo so, per me che sono il manager/biografo, definire in questo modo quello che a lui sembrava il grande amore, potrebbe sembrare poco elegante, ma si trattò effettivamente di uno scontro frontale contro il più forte dei sentimenti. Lei era quella che, negli anni settanta, chiamavano una “groupie”, ovvero una fan scatenata che seguiva quasi tutti i concerti e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per avvicinare il proprio idolo. Se mi chiedete perché lui ne rimase tanto affascinato, non saprei rispondere. E’ vero che era giovane, bella, piena di vita e disponibile, ma come tante. Un giorno gli chiesi cosa avesse di differente rispetto alle altre e lui mi rispose:
-Niente, se non che mi ha fatto battere il cuore. – Capii che era una motivazione sufficiente ed inconfutabile. Cominciarono una storia che io, sinceramente, sottovalutai. Pensavo fosse un flirt passeggero, ma con mio grande stupore andò avanti per mesi finché lei non disse basta. Credo che la frequentazione con la persona che aveva mitizzato le avesse aperto gli occhi e fatto capire che anche gli abitanti dell’Olimpo la mattina si alzano coll’alito pesante e la sera s’addormentano sul divano. E quindi lo lasciò.
-Non posso vivere senza di lei. – Mi confidò il mio amico tra le lacrime.
-Lasciala andare.
-Aspetta, questa può essere l’ispirazione per una nuova canzone. Passami la chitarra. – L’ho detto: era bravo, e quindi ci mise poco a strizzare note dal suo cuore. In breve tempo scrisse un brano che incise col solo accompagnamento del suo strumento. Ricordo che, mentre registrava, versava calde lacrime, ma a me non convincevano. Pensai che, come altre volte era successo, si fosse calato nel ruolo del tipico artista romantico ed infelice, e che si stesse facendo pena da solo, senza realmente piangere per amore. Comunque, come sempre, il prodotto fu di ottima qualità e di grande impatto. Col “demo” in mano, corse da lei e glielo fece sentire. L’effetto era scontato, lei s’intenerì e tornarono insieme. Ma per la ragazza si trattava di ammirazione, forse gratitudine, certo non di amore e nessuna melodia, per quanto bella, o nessuna lirica, per quanto poetica, avrebbero potuto mantenere vivo un sentimento che forse non era mai neanche nato. Si lasciarono definitivamente dopo poco tempo e lui indossò solo abiti neri per i successivi sei mesi. Della donna non avemmo più notizie, ma al cantautore rimase una “hit” nella chart che gli fece guadagnare molto danaro e la fama di artista tormentato. Non fu un’avventura sprecata

Nessun commento:

Posta un commento