Quando la notte avanza e la solitudine rimane l’ultima
compagna, escono dall’anima i mostri che il giorno aveva imprigionato in una
gabbia di razionalità e stordimento. E faccio
i conti, quelli più duri e veri, che spesso portano a risultati col segno
dell’insoddisfazione, del rimorso o del rimpianto, mentre il sonno appare come
il miraggio di un’oasi lontana di riposo e quiete. In fondo alla stanza, o
dietro alle spalle, appare il Maligno che ride delle mie paure e soffia sull’angoscia
del domani. Molte volte ho cercato di scacciarlo, ma la Bestia, nutrita dalle
quotidiane frustrazioni della vita vissuta, ogni volta si ripresenta più forte
e beffarda. Come si può sfidarlo quando lui è il padrone delle mie debolezze,
il depositario della mia incertezza, il subdolo consigliere dei miei sbagli?
Lui sa tutto di me, mentre io vedo solo un ghignante riflesso di evanescenti
speranze poi rivelatesi come scivolosi inciampi o pericolose illusioni. Lo
ricordo piccolo, come me, quando la colpa di non avere fatto i compiti a scuola
era una merenda per le sua affamate fauci, e lo ritrovo adesso pasciuto, ma non
satollo, per i tanti pasti a base di mie grandi o piccole colpe. E non basta a
rendere insipido il suo desinare la mancanza di cattiva volontà o la grama
scusante dell’avverso destino. L’altro
me conosce la sua dimora e spesso percorre i sentieri degli Inferi che, si
dice, siano lastricati dalle mie e dalle buone intenzione di ogni essere umano.
Credo che tutti abbiano il proprio demone, a volte aggrappato sulla schiena
come una scimmia o nascosto dietro la testiera del letto ad aspettare il più
remoto dei sogni per materializzarsi, e se qualcuno lo nega mente a se stesso o
agli altri. Non vederlo può essere forse anche più pericoloso perché un giorno
apparirà d’improvviso in uno specchio, quando la maschera tenuta per
compassione di se stessi, anche per un solo momento, cadrà senza pietà per chi
suppone di essere salvo. Ma io sono furbo. Si dice che se non puoi sconfiggere
il nemico, devi provare a fartelo amico, e allora io guardo in faccia il mostro
e gli sorrido. Poi alzo il bicchiere e brindo alla sua salute, ed insieme
ridiamo di questa strana commedia che è l’esistenza, facendo finta che la sua
presenza non mi pesi. Ed intanto il tempo passa, il sonno finalmente arriva ed
un nuovo giorno s’avvicina. Anche per questa notte ho vinto sul mio demone
e…cin cin a lui.
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