La
rivoluzione in un biglietto. Macchè Tsipras o Varufakis, io e Susy facciamo la
rivoluzione. Ce ne freghiamo di quella culona del Bundestag e voliamo in
Grecia. Forse non sarà prudente, non funzioneranno i bancomat, ci sarà qualche
disagio, ma chi se ne frega! La vampira teutonica non può succhiare il mare, le
disposizioni sul latte in polvere non renderanno insipida la feta, qualche
oliva si troverà, e a noi basta. Se andare in un’isola dove hanno soggiornato
gli dei dell’Olimpo ed il sirtaki accompagna le notti vuol dire sfidare la
sorte, ebbene andiamo sulle barricate! Alekos è mio fratello, Atina mia sorella,
il vento accompagna i nostri sogni e nella caldera di Santorini si tufferà la
nostra anima mediterranea. L’età ci impedisce di scendere in piazza, la
razionalità di brandire selci, la vergogna o il perbenismo di inalberare
cartelli, ma un’arma l’abbiamo: possiamo scegliere. Non la fredda città con una
porta ed un muro, ma l’isola con il blu infinito e Poseidone che gioca con i
delfini. Non vogliamo lo stordimento con la birra e le tristi canzoni che
abbracciati infondono forza, ci basta essere in riva al mare con due musicisti
che intonano un sirtaki, dolce e fiero. Mai violenza, alla nostra età non
possiamo permettercela, ma un gesto contro. Contro chi vorrebbe affossare la
nazione che è stata la culla della civiltà ed, appresso a questa, la nostra
Patria “sì bella e perduta”. Certo non faremo un sacrificio lasciandoci cullare
dalle onde ed assaggiando la moussaka dell’amico Nicos, ma quest’anno tutto
avrà una valenza differente. Il nostro euro sarà un mattoncino che contribuirà
a non far crollare il Partenone e la nostra presenza significherà che il grande
Mare Nostrum potrà non fare argine allo strapotere di chi il freddo lo ha nelle
ossa, ma quando dalle sue profondità emergerà un altro bronzo come a Riace o un
fauno con il suo flauto, capiremo tutti come non siamo solo degli schiavi della
partita doppia. La bellezza, come diceva Camus, è rivoluzione, e quando si
riuscirà a strappare la cancelliera dall’abbraccio degli gnomi e portarla a
sedere ad un tavolo imbandito sulla sabbia con la risacca in sottofondo, forse la
sua sturm und drang romantica la farà tornare tra di noi. Insomma, abbiamo
rispolverato le camicie a fiori, la bandana e le espadrillas. Forse è un po’
fuori tempo, ma non sfigureremo scorrazzando per le vie di Skiathos a bodo di
uno scooter, e finché i reumi non ci impediranno di saltare (si fa per dire) in
sella, faremo risorgere il nostro vecchio spirito hippy. Almeno per i quindici
giorni della vacanza.
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