Piante grasse, aride d’acqua, ebbre
di luce.
Dita adunche tese verso il cielo.
Vento e rumore e melma che imprigiona.
La giovinezza perduta è una catena
per i sogni:
li stringe e li stinge finché non
muoiono soffocati dai rimpianti.
E la pelle si secca, le ossa schioccano,
lo sguardo si vela
di ombre e di rassegnazione.
Il tempo inganna. Non c’è più o forse
è infinito.
Nessun commento:
Posta un commento