In una
recente intervista alla televisione messicana, Papa Francesco ha detto di provare
la sensazione che il suo pontificato possa essere breve. Questo è stato
commentato come la confidenza di una persona anziana che si accorge di come il
suo compito sia quasi al di là delle sue forze. Ma ci potrebbero essere altre
chiavi di lettura. Il Santo Padre, vescovo di Roma, ha intrapreso un’opera di
profonda e coraggiosa moralizzazione all’interno della Chiesa. Si è schierato,
ed ha fatto passi concreti, contro la pedofilia di alcuni preti, a favore della
trasparenza nelle questioni finanziare vaticane e nella gestione dello IOR,
contro i privilegi materiali e l’opulenza con la quale vivono i prelati e gli
alti esponenti religiosi e per incitare, nello spirito francescano, affinché sia
privilegiata la cura dello spirito e delle anime dei credenti rispetto agli agi
ed ai vantaggi della vita clericale. E’ una rivoluzione. Significa tornare allo
spirito del Vangelo e andare contro agli interessi consolidati e forti di gran
parte della Curia romana. Vuol dire smantellare l’impalcatura dorata fatta di
privilegi e potere che una casta di uomini, stravolgendo l’insegnamento di
Cristo, hanno costruito intorno al Vaticano. Si possono immaginare le resistenze
ed i malumori che serpeggiano nelle stanze di cardinali, vescovi e monsignori
abituati a porpore, croci ed anelli d’oro ed al devoto rispetto dei
sudditi-fedeli. Viene in mente papa Luciani che molto sembra avere in comune
con papa Bergoglio. A parte il sorriso e l’atteggiamento affettuoso del Buon
Pastore, ambedue sono figure innovatrici e, solo nelle intenzioni per Giovanni
Paolo I, decise a far ritrovare alla Chiesa il suo vero scopo d’amore e
misericordia. Non si può fare a meno, a questo punto, di pensare alla fine
prematura e piena di misteri ancora non del tutto chiariti del papa veneto.
Molte illazioni sono state fatte su tale morte e la più inquietante è stata
quella di un coinvolgimento di interessi curiali che non volevano subire il
ridimensionamento del loro potere. Quando papa Francesco dice di vedere il suo
regno durare poco, vuole intendere che sente intorno a sé la forza malvagia di
cospirazioni avverse che vogliono farlo fuori? E’ ovvio che il primo aiuto il
papa lo chieda al Signore, ma potrebbe anche dare un segnale per mettere sull’avviso
i fedeli per quello che sta accadendo o gli stessi suoi avversari per dire che
non lo troveranno impreparato.
C’è anche un’altra
angolazione. Papa Francesco ha letto il terzo mistero di Fatima e, forse, si
riconosce in quel pontefice che viene ucciso in san Pietro mentre le forze, non
del comunismo, ma dell’ISIS attaccano la sede ed il rappresentante della Chiesa
Cattolica. Si può dare anche una interpretazione esoterica laddove si ricordi
che Bergoglio è stato il Superiore dei Gesuiti ovvero, come è comunemente
definita tale figura, il Papa Nero. Nostradamus, in una delle sue quartine, scrisse
che l’ultimo pontefice prima della fine del mondo sarebbe, appunto, stato un papa
nero. Il veggente francese diceva anche che l’ultimo papa avrebbe preso un nome
mai prima d’allora usato da altri pontefici, facendo riferimento a Pietro. L’attuale
vicario di Cristo non si chiama come il primo apostolo, ma anche lui ha scelto
un nome che mai altro papa aveva avuto: Francesco. In ogni ipotesi ci troviamo
di fronte a un pontificato a termine come, forse, voleva indicare il Papa in
quella intervista.
Ricordiamoci
che il Santo Padre, per i credenti, è ispirato dallo Spirito Santo e le sue
parole hanno sempre un significato che può sfuggire o essere male interpretato,
ma non è mai casuale.