giovedì 5 febbraio 2015

Il tondo ed il quadrato

Chi nasce quadrato, non può morire rotondo. Vero, ma non troppo. Gli spigoli della giovinezza vengono attutiti dal passare degli anni. Nel tempo, quello che sembrava solo bianco o nero comincia a sfumare nel grigio, e le ferree convinzioni diventano più malleabili. Sono anche gli urti e gli inciampi che si trovano sul cammino a smussare gli angoli, e gli incendiari diventano pompieri. Essendo quadrati si hanno delle diagonali precise ed uguali, facilmente calcolabili, anche l’area che si occupa nel mondo è facilmente definibile. Per i cerchi, che tendono a diventare sferici, la cosa è un po’ più complicata e misteriosa. A partire da quel π greco, con relativo strascico, che non si capisce se trae ispirazione dalla filosofia, dall’ouzo o dal sirtaki. Il quadrato è sfacciato: si pone di fronte senza infingimenti, pronto a farsi scomporre in triangoli e rettangoli, disposto a riprodursi in tanti altri quadratini con l’aiuto di poche semplici linee rette. Attivo, propositivo, definito e sicuro di sé. Col tondo si può parlare. Lo si può prendere da molti versi e lui si presenterà sempre simile e disponibile. Gli si può inscrivere qualcosa, e lui lo conterrà senza discutere, ma manterrà sempre la propria unità. Quindi è più comprensivo e amichevole. Si può dividere solo in semisfere, ma non vale la pena di farlo tanto non servono a niente. Può, nelle sue forme solide, rotolare, essere preso a calci, diventare fonte di divertimento o, se colorato con i continenti, di istruzione. Il quadrato, no; non è ludico e non rappresenta alto che se stesso. Ma sono entrambi utili se, come diceva Jung, rappresentando il cielo come il cerchio e la terra come il quadrato, la fusione dei due diventa l’archetipo della totalità. Infine, il quadrato è la giovinezza, con la sua onestà, le certezze e le asperità, mentre il tondo rappresenta la maturità, riflessiva o dubbiosa, placidamente capace di non opporsi al volere del fato. Il quadrato ha anche una possibilità: può scegliere di non ovalizzarsi. Al cerchio, spesso, non rimane che il rimpianto di qualche spigolo perduto. 

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