Interno notte.
Parte IV. Scena I
Ora di cena in famiglia.
Attorno al tavolo Padre, Madre e due figlie di circa 28/30 anni.
Parte IV. Scena I
Ora di cena in famiglia.
Attorno al tavolo Padre, Madre e due figlie di circa 28/30 anni.
Padre – Serenella,
Veronica la smettete, per favore, con quel cellulare! Almeno a tavola,
mettetelo via. Che c’è di tanto interessante?
Serenella (la figlia
maggiore) – A pà, su Facebook hanno postato una domanda: “Qual è il libro che
tenete sul vostro comodino e chi è il vostro poeta del cuore?” Tu cosa pensi
che dovrei scrivere?
P. - Beh, ho visto che vicino al tuo letto c’è: “Paolo
Fox – Oroscopo 2015”.
S. – Mattipare che posso
dire quello! Pensavo più a qualcosa come quello di quello spagnolo che scrive
strano…come si chiama…Paolo…Quello!
P. – ?...Vorrai dire Paulo
Coelho!
S. – Si, si. Dice che è
fico il libro dal titolo “Là, chi mi sta”. Forse con il protagonista che
racconta di quelli che gli stanno antipatici.
P. – ?...“L’Alchimista”,
ma se neanche l’hai letto. E per la poesia?
S. – Famme pensà…che ne dici
der polacco che faceva…”il mare più bello, è quello dello stabilimento accanto”…
su per giù.
P. – Oggesù! Turco,
Hikmet, il più bello dei mari è quello che non navigammo.
S. – Eggià, si proprio
così. Mo' li posto…sai il figurone!
P. – Fammi capire. Che senso
ha scrivere di sé cose non vere dando un’immagine che non è quella reale?
S. – Come sei antico!
Non lo sai che è tutto falso? Si mettono frasi a effetto, immagini romantiche, link
a siti intellettuali pescati a casaccio nel web, per far vedere come si è
raffinati, istruiti, sensibili, ma non è che un gioco al rimbalzo per chi è più
bravo a vendere la sua simpatia al fine di accaparrarsi più followers
possibile.
P. – E tu quanti ne hai?
S. – Circa 700, ma le
amiche mie, quelle più cool, vanno oltre i mille.
P. – E sono tutti amici?
S. – Ehhh, come quelli
che trovi in metropolitana. Li incontri, magari scambi uno sguardo, ma chi te
conosce? Anzi, visto che ci siamo, postiamo pure un selfie. Pà, mà, sorè, accostiamoci,
vicini, vicini.
Veronica (la figlia più
piccola) – Ma che sei scema? Ce manca il selfie a tavola che se vede lo
spezzatino coi piselli. Ce fosse il sushi, tanto tanto, ma così è sfigatissimo!
Sai che grezza che ce famo!
S. – C’hai raggio (hai
ragione-N.d.A.)!
Bing! - Dokt – Dakt.
P. – E adesso questo cos’è?
V. – Ahò, ma ‘ndo vivi?
Uoz Ap, no? Na cosa più privata, dove si scambiano messaggi e foto.
P. – Questo mi sembra
utile.
V. – Seh, utile a fa
casino. Sai quanti se so fatti beccà i messaggi o le foto con l’altro o l’altra
de turno e hanno mollato il ragazzo-barra-ragazza? Ma tu non ce l’hai la app?
Che il tuo non supporta l’IOS 8? Ancora non te sei comprato l’I Phon 6 con
prenotazione all’I Phon 12 che uscirà nel marzo 2018?
P. – Pensavo di usare un
telefonino che, come dice il nome dovrebbe servire a telefonare e non il
distintivo di appartenenza alla tribù di Steve Jobs senza il quale sarei
escluso dal comunicare con i miei simili.
V. e S. in coro – Ma quanto
sei anticoooo!!
Dissolvenza.
Interno notte. Scena II
Interno notte. Scena II
In sala da pranzo.
Buio totale tranne per
una luce che viene dalla superfice del tavolo. Si sente Bing, Bing, Dokt, Dakt,
Uoscccc, Brrrrr. Zoomata sul cellulare, orfano e dimenticato, che, come vivesse
di vita propria, vibra, si illumina e manda richiami di tutti i generi.
Dissolvenza.
Nessun commento:
Posta un commento