mercoledì 9 luglio 2014

La via Emilia,

Canzoni, fumo ed allegria lungo la via Emilia. La voce di Vasco gracchia svisata dal whisky e dall’ultima sigaretta. Si apre la porta del bar di Mario ed il Liga batte sul tavolo una ritmica di primiera e lambrusco. Mario dà un colpo di straccio al banco del bar. Nebbia sui tornati che spiazzano la pianura vuota di gente e occhieggiata da solitarie finestre. Il Francesco arrota la erre, cantando la tabula rasa, descrivendo la spianata che lambisce i monti e li separa con campi arati, prati e filari di olmi e vigneti. Lungo la strada tra la piazza ed il Duomo. La sera, a Piacenza, cade come un sipario sulla vita, ed un filo di odori annoda le speranze ed i ricordi. Chiusi, eppure erranti, soffiano e sbuffano garzoni ed artisti avvolti nella bambagia costrittiva, ma illuminante, con la quale convivono sprezzanti e rassegnati. Saggezza di provincia ed ignoranza orgogliosa della propria identità che si nutre di astiosi pettegolezzi scambiati e goduti sul sagrato domenicale. Ma più è compressa e ristretta, maggiormente vola la mente, e l’ansia spinge verso immaginifiche visioni e aneliti di libertà. Il sole che tramonta dietro il settimo colle consola, abbraccia, stupisce, commuove e placa mentre si assopisce il desidero e la rabbia. Vite più aspre, disprezzate ma difese con orgoglio, sfrenano verso orizzonti infiniti di voglia di poesia.  La via Emilia offre piccoli grandi piaceri, frutto di antica cultura e manualità, mentre misteriose suggestioni ammaliano e mediano tra la strada ed il West.

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