lunedì 2 giugno 2014

Io le sento.

Io le sento.

 Enrichetta: “Il 5 maggio fa la prima comunione la Bettina. Tuo fratello sarebbe contento se, invece di scrivere sempre di politica, componessi un sonetto per la bambina. Tanto quello è morto, dopo il primo ci sarà Napoleone secondo e poi il terzo. Alzati da quella scrivania e vammi a comprare dello zafferano, che devo fare il risotto. Cerca di pensare a qualcosina di un po’ più leggero e forse il Ricordi te la potrebbe comprare e porteresti qualche scudo a casa!”

Mariù: “Giovannino caro, fratellino mio, ‘sta cavallina…ma mandala nella stalla! E i cipressi, il babbo morto, il calesse vuoto: che depressione! Già m’hai portato a abitare a Castelvecchio che, per carità, tanto carina, ma non è di certo Parigi. Poi ti trovo con il bicchiere di Chianti e gli occhi lucidi che ti commuovi da solo per quello che stai scrivendo. Ma scrivi una bella romanza ed andiamo con il fattore a fare un giro a Lucca! Io non ce la faccio più! Sei pesante!”

Virginia: “Figliolo mio adorato, esci, esci! Giacomo non le guardare solo da lontano le donzellette. Non ci mancano i mezzi per trovarti un buon partito. Quella Silvia. A te piace, mi sta bene anche se…Vai, invitala a palazzo, portala a fare un giro nei giardini e, con l’occasione…beh non te lo devo dire io! Ste poesie: tutte tristi. In fondo, di che ti lamenti? Hai una posizione, sei giovane, vabbè una gobbetta che neanche si vede, un po’ di tisi, ma chi ha tutto quello che vuole? Se vuoi scrivere, vai a Napoli e cerca un certo Bixio, ispirati al sole e vedrai che qualcosa esce fuori.”

Drusilla: “Eugenio, non si capisce niente! Poi mi chiedi perché sono depressa. Mi scrivi di ossi di seppia, di negatività esistenziale…e basta! Agli altri può pure piacere, e magari ti daranno anche qualche premio, ma io non ne posso più! Mi ha telefonato Macario, vado a vedere una sua rivista e tu arrangiati con quello che trovi nella dispensa. Fatti furbo: guarda D’Annunzio. Scrivi qualche rima un po’ osé e vedrai come ti sveglierai più allegro alla mattina.”

Nemo (non il pesce) propheta in patria. Se nessuno è un eroe per il suo maggiordomo (O. Wilde), tanto meno può essere apprezzato dai familiari. Poi quando arriveranno il Pulitzer, il Nobel o un contratto con Hollywood per i diritti delle sceneggiature, con i proventi io, Alessandro, Giovanni, Giacomo e Eugenio ci compreremo cinque Harley Fat Boy accessoriate al massimo e ci lanceremo insieme sulla Route 66. Non ci venite a cercare.  

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